Looking Forward. Olivetti: 110 anni di immaginazione
“Carissima Luigia. È questa la prima lettera che io scrivo con la nuova macchina ed è con grande soddisfazione che io dedico a te queste poche righe che spero tu riceverai con pi(a)cere. La macchina non è ancora perfetta, ma credo che in poco tempo potrà renderla buona quanto le migliori macchine del genere. Ricevi mille baci affettuosi da Camillo”. Ingegnere di Ivrea, Camillo fa Olivetti di cognome e la macchina non ancora perfetta alla quale si riferisce è il primo prototipo della M1, che sarebbe entrata in produzione nel 1908 e avrebbe dato vita alla storia di una delle fabbriche Made in Italy simbolo di ricerca estetica e innovazione tecnologica. Sono trascorsi 110 anni da quel 1908 e la Gnam, in collaborazione con l’archivio Olivetti, ripercorre le tappe fondamentali dell’azienda nelle sue componenti strutturali e culturali attraverso una mostra che raccoglie circa 300 pezzi unici, tra calcolatori, macchine da scrivere, manifesti e fotografie che hanno concorso a forgiare una vera e propria cultura olivettiana nell’immaginario nazionale ed internazionale.
L’esposizione si articola secondo un duplice filone narrativo. La prima parte, Raccolta visiva, offre al visitatore la possibilità di seguire gli sviluppi della cultura d’impresa promossa dalla famiglia Olivetti all’insegna della modernità. Un viaggio in cui la narrazione dell’evoluzione delle macchine, dell’identità dell’azienda procede di pari passo con il coinvolgimento di alcuni nomi che oggi incarnano la tradizione della grafica, dell’architettura e del design. Lo stesso logotipo Olivetti, nato nel 1908 in corsivo, rispecchia le trasformazioni avvenute nel corso dei decenni, a partire dalla presenza di Xanti Schawinsky prima, dei contribuiti fondamentali di Giovanni Pintori, di Walter Ballmerr e di Marcello Nizzoli il quale, nel 1954, progetta un segno a forma di spirale quadrata, come ad indicare una successione concatenata di avvenimenti ed intrecci tra interno e mondo esterno
La seconda parte della mostra, Disegnare la vita, procede per immagini e parole: scatti, manifesti pubblicitari, slogan, che hanno contribuito ad imprimere nella memoria collettiva il marchio Olivetti, sinonimo d’impresa aperta, della volontà di conferire al prodotto un’anima capace di coniugare il profilo funzionale con quello stilistico. Ma la cultura olivettiana si basa soprattutto sulla capacità di coniugare l’aspetto umano con il processo meccanizzato, secondo quanto avrebbe scritto Adriano Olivetti: “La nostra comunità dovrà essere concreta, visibile, tangibile, una comunità né troppo grande, né troppo piccola, territorialmente definita, dotata di vasti poteri, che dia a tutte le attività quell’indispensabile coordinamento, quell’efficienza, quel rispetto della personalità umana, della cultura e dell’arte che l’uomo ha realizzato nei suoi luoghi migliori”.
Roma, 20 febbraio – 1° maggio 2018
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Sala Via Gramsci
Via Gramsci 69/73
Ingresso libero
www.lagallerianazionale.com