L’accademico Pedro Cano nella Sala Verónicas di Murcia con la mostra Siete
Questo ciclo di lavori prende il via nell’agosto del 1991, quando decine di migliaia di profughi albanesi attraccano nel porto italiano di Bari a bordo della nave Vlora. Pedro Cano è riuscito a ritrarre alcune scene su carta, le difficili condizioni in cui queste persone hanno raggiunto le terre italiane. A quasi trent’anni di distanza, questi cartoni sono diventati il nucleo costitutivo di Siete.
Espera, Juego, Interior, Salto, Carga, Bicicletas e Trabajo, i trittici che attualmente dimorano nella sala Verónicas, sono legati da un alone di mistero. I protagonisti, infatti, sono sospesi in un’atmosfera enigmatica, quasi governata da un ineluttabile destino. Questo è ciò che accade in “Espera”, ad esempio, dove è evidente il dramma latente che avvolge tutte le figure, predestinate ad una fine incerta. In “Salto”, il cui nome si riferisce al superamento dell’ostacolo, l’artista suggerisce che la verità è multipla: c’è dramma, ma allo stesso tempo c’è un risultato positivo dopo aver superato la difficoltà.
“Carga”, invece, narra dell’atto di generosità dell’accoglienza, della protezione, dell’integrazione. L’altruismo contro il dolore, la risoluzione contro l’abbandono.