Giuseppe Appella:
le conquiste dell’esperienza vanno restituite al luogo d’origine
Divoratore di libri, ricercatore puntiglioso, autore prolifico di pubblicazioni, instancabile scopritore di giovani talenti e figure tralasciate dalla Storia dell’Arte, Giuseppe Appella apre la sua casa e si racconta sin dagli esordi, quando da giovane studente si reca per la prima volta in visita nell’atelier di Antonietta Raphaël. Da quel momento egli non ha mai smesso di frequentare e vivere gli studi degli artisti nazionali e internazionali, puntando sempre a mettere insieme il lato teorico della sua professione con quello concreto. Tutto il suo lavoro è cresciuto nella pratica dell’arte, nel suo nascere, nel suo evolversi sino a quando non matura e si costituisce nel cosiddetto sistema dell’arte, quindi le gallerie, i musei, le fiere, ecc.
Il rapporto sempre diretto con gli artisti, i viaggi, la ricerca lo hanno portato a scrivere ma anche a realizzare decine e decine di esposizioni, in Italia e all’estero, a costruire musei a mettere insieme Paesi, a stabilire reti che soddisfacessero quella sorta di bisogno che c’era in lui di fare, sin dagli anni della formazione. Come racconta il diretto interessato: “a mano a mano che si cresce, ciò che conquisti lo devi restituire al paese dal quale provieni”.
La sua vulcanica azione trova una delle sue sintesi più recenti nella istituzione della rete museale ACAMM, che vede insieme i comuni lucani di Aliano, Castronuovo Sant’Andrea, Moliterno e Montemurro. Il progetto nasce con l’obiettivo di dare prova che è possibile produrre cultura e arte anche in luoghi periferici, grazie alle idee, alla risorse umane, alla preparazione e alla capacità di mettersi in gioco. In questo quadro, come ricorda Appella, la volontà politica svolge un ruolo di primo piano, senza la quale anche le intenzioni migliori sono destinate a spegnersi.